Stanley Donwood edit

Stanley Donwood è un artista e scrittore inglese,maggiormente conosciuto per il suo contributo nei lavori per le copertine del gruppo britannico Radiohead, avendo creato le copertine e i poster di tutti i loro album musicali, dall'anno 1994. Donwood collabor anche con il frontman dei Radiohead in diversi progetti artistici, che includono le copertine dei solo album di Thom Yorke, e altri lavori connessi al sito ufficiale del gruppo rock britannico, copertine di libri, mostre, e ha ufficialmente partecipato e vinto il Best Packaging al Grammy Awards 2001.

Carriera edit

Dopo la laurea all'università di Exeter, Donwood ha lavorato come artista libero in Plymouth, Inghilterra. A parte il suo lavoro con i Radiohead, Donwood sviluppa anche i progetti del proprio sito ufficiale, [[1]], nel quale pubblica, insieme ai lavori visivi, anche delle storie di fiction, inclusi poi nei suoi libri autografi.


Radiohead edit

Stanley Donwood e il frontman dei Radiohead, Thom Yorke, si sono conosciuti durante gli anni universitari a Exeter.Yorke ha chiesto la collaborazione di Donwood, per la realizzazione dei lavori della copertina del secondo album da studio della band, The Bends, e successivamente Donwood collaborò anche nella campagna pubblicitaria del lancio dell'album.Da qui inizia l'esordio dell'artista, e il suo lavoro per l'artwork di tutti gli album successivi della band inglese. Per l'album dei Radiohead, datato del 2000, Kid A, Donwood ha prodotto una vasta serie di quadri acrilici, che rappresentavano vastti e deserti paesaggi bianchi di montagne, vulcani , attorno al tema donwoodiano più amato che gira attorno al fenomeno dei disastri della guerra, e quelli ambientali. In questa fase di lavoro si sviluppa anche, il tema del minotauro, lungamente ripreso in tutta l'arte successiva dell'artista. Donwood cita, come artisti d'ispirazione per la sua arte i lavori di caspar David Friedrich e Hieronymus Bosch, recentemente aggiunge anche le vedute delle famose rovine di Giovanni Battista Piranesi, quando si tratta di stampe, e i lavori di Robert Rauschenberg,per l'esecuzione di collage e medium che trasportano al tredimensionale.

Nel 2002, Donwood e Yorke, vincono il premio per miglior impachettamento di un album musicale, per l'edizione speciale dell'album Amnesiac dei Radiohead. Le opere scritte di fiction donwoodiane, sono state inoltre incluse non solo nei lavori multimediali relativi al gruppo britannico, ma anche trasferite all'interno del sito ufficiale dei Radiohead.

Stampe edit

Il 2006 è l'anno in cui Donwood inizia la sua vasta e famosa produzione di stampe, che spesso vengono eseguite attraverso l'uso di stampanti antiche, ormai fuori uso e fuori tempo, ma una volta usate per la produzione di quotidiani. In un'intervista a antiMusic.com, Donwood spiega che la sua necessità di produrre stampe si ricollega al bisogno di instaurare una connessione con l'antico modo di divulgare l'arte attraverso metodi non costosi,e di avere la possibilità di vedere la propria arte trasferita su diversi formati con diverse dimmensioni e la possibilità di vederle realizzate su un'infinità di supporti.

Alla fine del 2005, donwood realizza una serie di stampe in linoleum, e successivamente include i lavori di questa serie in una mostra intitolata London Views. Il progetto includeva 14 stampe in linoleum che ritraevano la capitale inglese, vittima di un disastro ambientale, sommersa dalle acque del Tamigi, e le rovine di molti status-symbol della città. Le stampe vennero poi utilizzate per la copertina del solo album del cantante Thomas Yorke The eraser del 2006.

Il sequel del disastro ambientale prosegue su un'altra via nel 2007, con il lavoro di vastissime dimensioni, di nome Fleet Street Apocalypse.

Nel 2012 Donwood sposta il disastro negli Stati Uniti, a Los Angeles, nella quale realizza il suo show intitolato Lost Angeles, sembre sul tema del disastro, che questa volta adotta dimensioni più tragiche, e vede l'aggiunta di diversi meteoriti diretti a colpire gli edifici più importanti della città.

La serie di Lost Angeles si vede portavoce, e protagonista sulla copertina del nuovo album Amok degli Atoms for Peace, uscito nel 2013.


Taglibro edit

Stanley Donwood pubblica il suo primo Taglibro nel Febbraio del 20061. Il termine Taglibro deriva etimologicamente dall'Esperanto e significa: Diario, Donwood intende realmente scrivere e trasmettere al pubblico sia qualcosa di intimo, che contenga i propri pensieri e intenzioni su dei lavori e progetti che svolge, sia in qualche modo, tirare fuori dal mistero che si può creare spesso attorno al lavoro di molti artisti, avvicinare così le persone e farli conoscere i processi di lavoro che involvono la nascita di un'opera d'arte completa, fino alla sua finale messa e fruizione sul mercato. Il Taglibro di Stanley Donwood è così, anche una sottospecie di pagina di giornale singola e scaricabile in formato PDF, così da costruire un vero e proprio canale fisico di informazione; nella sua forma strutturale, il diario rispetta i caratteri delle vecchie macchine stampanti di giornali, e stilisticamente, spesso, anche il linguaggio verbale si attiene a quello letteralmente giornalistico del primo periodo di stampe a livello informativo e nazionale. La volontà di mettere le informazioni sotto forma di giornale fisico, ha di sottofondo un'idea collegata strettamente all'ecologia e alla salvaguardia dell'ambiente. Nell'Aprile del 2011, con l'uscita del Taglibro #25, l'artista approfondisce e porta a livello internazionale la distribuzione di un giornale2, che lui crea come promozione dell'ultimo disco della band inglese: Radiohead. Insieme realizzano un giornale, il quale porta al suo interno storie e poesie, portavoce della nuova ideologia del gruppo britannico. Un'idea più in pace e in armonia con la natura e l'ambiente. Proprio per questo motivo anche il supporto di tale idea dovrebbe essere il primo a urlare forte questo messaggio. Per spiegare l'origine della propria idea, Stanley Donwood, racconta di aver lasciato il proprio giornale, su una panchina sotto il sole, e al momento del proprio ritorno, aveva trovato il giornale ingiallito, spiegazzato e consumato dalla luce. Da quel momento riesce a realizzare la delicatezza di un tale supporto e decide che questo potrebbe diventare il medium più appropriato per trasmettere il senso di decadenza e trascorrevolezza fisica con gli agenti ambientali3. Il giornale, dichiara inoltre, può essere visto anche come una sottospecie di reliquia del passato, un formato morente, che non trova il proprio posto nel nostro mondo odierno, nel quale le interfacce che contengono dati digitali, con un'infinità di altri luccicanti attrezzi, tablet e computer portatili, lettori e-books, e smartphone. Il giornale porta anche il piacere tattile, il piacere in un certo senso di macchiarsi le dita con inchiostro, di piegare e far sentire il girare delle pagine, foglio che porta sulla propria superficie informazioni che non si possono bloccare durante la lettura, e il sistema del lettore riuscirà a sopportare senza dover mettere in coda o rallentare le successive informazioni che si vorranno leggere. Non diventerà inutile senza l'elettricità. Con il tempo, si deformerà e si consumerà lentamente, le sue pagine diventeranno gialle, i suoi fogli duri e secchi, appena non avremo più bisogno di lui si svanirà da solo (proprio come succederà a noi), senza occupare spazio e senza inquinare. La riflessione che porta avanti Satnley, nella realizzazione dei giornali, si può collegare anche al consumismo autodistruttivo dei robo impazziti e farfugliosi nelle piazze new yorkesi da Jean Tanguely.



Glastonbury edit

L'esordio di Stanley Donwood nel campo aperto di Glastonbury e il suo Festival musicale annuale inizia nel 2008. Di ispirazione immediata diventa il tempo meteorologico, che si prospetta per i giorni del festival. Come si sa, Glastonbury è famoso per essere la cittadina sulla collina che ospita e organizza il festival musicale più grande e famoso della isola Britannica. I musicisti solitamente si esibiscono sotto le stelle del cielo aperto, e gli spettatori, posti nelle stesse condizioni dei cantanti preferiti, condividono lo stesso spazio fisico e atmosferico, se non per il fatto che adottano un punto di vista dal basso. Le colline più alte di Glastonbury, che in quel periodo si trasformano in platea del festival, ospita le numerose tende e cumper di fan accampati, che non hanno intenzione di pagare il biglietto per lo spettacolo en plein air, o che eventualmente nei casi più giustificabili- non hanno fatto in tempo a procurarselo. Dalla collina, la prospettiva viene confrontata a quella di un uccello, e se da una parte l'essenza, troppo globale e forse un po' troppo poco chiara della visione, ne risente di lacune di specificità e forme, dall'altra il suono che si propaga nell'ambiente viene amplificato e disperso nella natura, arriva fino alle orecchie della collina, e non subisce peggioramenti. Lo spazio fisico, ambientale, e meteorologico diventa così parte della scenografia per lo spettacolo. Diventa il background, il creatore di impressioni, di ricordi, di sensazioni, insieme alla stessa performance artistica, per il pubblico di tutto il mondo. Le condizioni dello spazio fisico diventano i portatori più importanti di curiosità e di ricerca organizzativa di questo grande evento, da parte di collaboratori e spettatori. L'artista, che presenta l'evento, si deve trasformare in un sinottico e il suo lavoro promozionale si deve basare anche su prognostici e predizioni sulla situazione meteorologica in prospettiva. Nel momento in cui Stanley inizia il progetto visivo per i poster di Glastonbury, il tempo porta piogge. Per la copertina dell'artwork l'artista ha a disposizione una foto e altri simboli relativi al festival, che tutti gli appassionati conoscono. Il poster si sviluppa sull'esempio delle lettere e stampe antiche che venivano messe per gli annunci di messe religiose o eventi- nelle città durante il medioevo. Anche la stampante che venne usata per la propagazione dei poster proveniva da tempi antichi. Numerose xilografie digitalizzate facevano da supporto al messaggio promozionale. L'immagine stampata venne poi scanerizzata a computer e poi venne elaborata digitalmente, usando photoshop, per aggiungere come sfondo ai caratteri del lettering Glastonbury- uno sfondo ad arcobaleno1. Con questo, l'artista dichiara all'interno del Taglibro numerato-11, che sperava di portare bel tempo per i giorni del Festival. L'augurio dell'artista, codificato dai medium colorati infatti, si avverò: Dal primo giorno del Festival, dopo settimane di pioggia inarrestabile sulle colline della fattoria Worthy, il posto materno del festival, dalle prime ore della sua apertura, cominciò a risplendere finalmente il sole, portando a esaurimento i ticket office durante le ultime ore, prima dell'evento:

After two years of mud and rain, Glastonbury 2008 bounced back with a weekend of fine weather and fabulous music, performance art and ever so much more. A little rain prior to the event saw the attending masses draw in a sharp, nervous breath, but all the smattering of rain did was keep down the dust as the Festival got underway. For the first time in many years, the tickets didn’t sell out immediately, but all was not lost – the fine weather brought about a flurry of purchases at the last minute and all places were taken by the time the Festival got going, meaning that the good causes Glastonbury supports were all guaranteed another large donation.2 Donwood è a capo dei lavori visivo-promozionali del festival- per i due anni successivi dal suo primo poster promozionale dell'evento annuale musicale e performativo. L'idea del progetto visivo nel 2009 per Glastonbury, è addirittura nata precedentemente nella testa e nella carriera dell'artista, il quale sviluppa il piano stilistico della commissione, su un triplo registro a livello promozionale: L'idea iniziale di Stanley, nasce ancora nel 2005, quando l'artista crea il suo laboratorio sperimentale nella zona forestale di Chiltern , nei pressi di Oxfordshire. 'In quel posto, lontano dalla civiltà, dall'elettricità, dalla folla', Donwood deve inventare il nuovo aspetto per l'artwork dell'album In Rainbows dei Radiohead.3 In Rainbows è il settimo album da studio della band inglese, con il suo lancio, il gruppo consolida definitivamente la propria indipendenza nei confronti della casa discografica EMI- affermando in questo modo il proprio statuto di artisti indipendenti4 e avviando le proprie opere all'autogestione commerciale e organizzativa, e non più solo su un piano ideologico ed artistico. Donwood deve sviluppare un'idea in grado di trasmettere la voglia di indipendenza degli artisti, rinnovando, però, anche il proprio linguaggio artistico, dopo un primo periodo che comprende 8 anni di lavori caratterizzati da diversi episodi di una stessa sequenza di idee sullo stesso tema, il quale produrrà una serie ideologica, di lavori concatenati e simili anche nell'uso delle tecniche e non solo nello stile visivo5. Stanley affronta il compito avventurandosi nel bosco di Chiltern armato di una pistola-paintball, di aghi, siringhe e dei larghi panneli di legno- frescamente verniciati. Trascorrendo due settimane da solo sulle colline delle zone di Oxfordshire, l'artista cerca di spremere e spruzzare i colori e le emulsioni violentemente su dei pannelli di MDF6, in modo da ottenere una specie di lavori sull'esempio di action painting- ma mediato attraverso altri strumenti. Nonostante un primo esperimento sfortunato, nel quale i colori risultavano troppo scuri e la densità dell'emulsione non permetteva a Donwood di ritenersi soddisfatto nelle sue ricerche7, nel 2007, usando lo stesso metodo ma migliorato, sotto il punto di vista delle miscele di colore, viene scelto un lavoro di questo gruppo per rappresentare le intenzioni artistiche dei Radiohead per il loro nuovo album. La composizione finale, e lo strato di diversi colori uno sopra l'altro, diventa una composizione di forme astratte, ipnotiche e quasi oniriche. Il quadro più luminoso, che viene utilizzato da copertina per In Rainbows, si distingue dagli altri quadri fatti durante la stessa sessione di lavoro, per le sue forme: La massa di colore luminoso concentratosi in mezzo alla composizione, da il via ad un leggero inoscurimento della gamma cromatica sull'opera. Quello in mezzo, è il punto più luminoso, che attrae da subito lo sguardo dello spettatore, e invece di rigettare e di allontanare per metodo di associazione l'incuriosamento dello sguardo, lo spinge a vagare e a cercare le linee di collegamento fra i vari colori, fino a farli raggiungere una forma definitiva e concreta. Qualcosa di conosciuto, nonostante la casualità, si imprime nella mente dell'osservatore. L'immagine del colore lanciato verso la superficie bianca, appena verniciata del foglio, diventa così un immagine concreta, astratta, qualcosa di conosciuto ma allo stesso modo anche di qualcosa di molto sconosciuto- ha le sembianze del cosmo, della galassia- l'illustrazione della creazione di una stella, probabilmente. Ma la stessa immagine del cosmo, dell'universo o della creazione di qualcosa di grandioso e potente ha così anche le sembianze di un feto, di un bambino che deve nascere. Questa la soluzione del progetto rivolto a entrambe le intenzioni: quella di dare una speranza e una nuova ideologia positiva, di qualcosa che sta per nascere, di un progetto, di un'idea, allo stesso tempo qualcosa di grandioso di luminoso, definito ma anche generale, che è ancora agli inizi, e quello del rinnovamento del registro linguistico e mediatico nelle opere e nella carriera dell'artista.


Elenco dei lavori edit

Bibliografia

  • Small Thoughts 1998
  • Catacombs of Terror! 2002, 
  • Tachistoscope; 2003
  • My Giro 2005 narrativa
  • Walking from Great Bedwyn To Averbury.
  • Slowly Downward: A Collection of Miserable Stories (2001)(ISBN 978-0954417734)
  • Household Worms (2011) narrativa (ISBN 978 1906477554)
  • Adventure Rocketship- moderna fantascienza (collettivo- Stanley ha scritto solo una storia all'interno del libro)
  • Dead Children Playing -sulla mostra nel 2006 a Barcellona dall'omonimo titolo (ISBN 978-1844671700)
  • Red Maze _sulla mostra del 2010 a Heerlen, Olanda, dall'omonimo titolo (ISBN 978 94 90624 03 3)

Ha illustrato diversi libri per l'edizione Penguin e Faber& Faber tra cui:

  • R.L Stevenson- L'Isola del Tesoro
  • Adventure Rocketship 2013
  • Old Ways – Dan Mcfarlane
  • Holloway- Dan Macfarlane

Mostre edit

  • 2006 London Views- Soho; Londra UK
  • 2006 Dead Children Playing- Barcellona Spagna
  • 2007 Department of Reclusive Paranoia- Rotterdam; Olanda
  • 2007 If You Lived Here You'd Be Home By Now- Soho; Londra
  • 2008 I love the Modern World- Tokyo; Giappone
  • 2008 Everybody's Happy Nowadays- Amsterdam; Olanda
  • 2009 Printed Papers- Brighton; UK
  • 2009 El Chupacabra- Bristol; UK
  • 2010 Red Maze- Heerlen; Olanda
  • 2010 Over Normal- San Francisco; USA
  • 2010 Palimpsest- Roma; Italia
  • 2011 Work On Paper- Londra UK
  • 2011 The Minotaur- London UK
  • 2012 Lost Angeles- Los Angeles USA
  • 2012 Occupational Hazard- Brighton UK


Copertine edit

Album

  • (1995) The Bends
  • (1997) OK Computer
  • (2000) Kid A
  • (2001) Amnesiac
  • (2001) Smalltown, Shining
  • (2001) I Might Be Wrong
  • (2003) You are here. (Accidental records compilation, reference AC07CD)
  • (2003) Bodysong
  • (2003) Hail to the Thief
  • (2005) Plat du Jour
  • (2006) The Eraser
  • (2007) Jonny Greenwood Is the Controller
  • (2007) In Rainbows
  • (2011) The King of Limbs
  • (2013) Amok (Atoms for Peace album)

Collegamenti edit

^ Hasty, Katie (2006-06-15), Donwood Dresses Up Thom Yorke Solo Album, Nielsen Business Media, Inc, retrieved 2012-04-11 ^ a b Jardin, Xeni (2005-08-16), "Radiohead artist" Stanley Donwood's prints online, Boing Boing, retrieved 2009-03-07 ^ Interview with Radiohead's Thom Yorke, Guardian Unlimited, 2006-06-18, retrieved 2009-10-23 ^ Stanley Donwood: Radiohead's Artist Interview, retrieved 2009-03-07 ^ Radiohead's 'sixth man' reveals the secrets behind their covers, Guardian Unlimited, 2006-11-22, retrieved 2009-03-06

Sito ufficiale edit

http://www.slowlydownward.com/